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Battesimo delle barche all’Adria

giovedì 15 Giugno 2023

Battesimo delle barche all’Adria

La cerimonia del battesimo delle imbarcazioni di canottaggio è un rito che si perpetra dalla notte dei tempi, sicuramente da tanti anni quanti sono quelli dalla fondazione dei club remieri triestini, quasi tutti Centenari. E’ così che sabato scorso è stata la volta della Società Triestina Canottieri Adria 1878, che al numero 2 del Pontile Istria, ha festeggiato l’inaugurazione di tre nuovi scafi: Sile, Risano, Impavido, ma come ha voluto ricordare il suo Presidente, Claudio Pregara, nella scelta dei nomi si è voluto guardare al futuro ricordando il passato. La prima bottiglia beneaugurante di spumante è stata rotta sopra la coperta di uno dei primi Beaver, un nuovissimo modello di imbarcazione, dedicato ai bambini dai 6 ai 10 anni, a cui è stato dato il nome di “Sile”.

Racconta il Numero Uno della società triestina: ”Negli anni ’70 i soci uscivano in canoè, doppio canoè e yole, e poi c’erano gli agonisti che usavano le barche fuoriscalmo (outrigger; n.d.r.). Chi si avvicinava al canottaggio per diventare un futuro agonista iniziava a vogare con le barche in tipo regolamentare per poi passare a quelle di tipo libero, e di solito s’iniziava dallo skiff. All’epoca s’intravvedevano all’orizzonte i primi miniskiff antesignani degli attuali 7.20, ma all’Adria c’erano solo gli skiff. La prima uscita in singolo finiva regolarmente con un bagno e la barca utilizzata in tale occasione era di legno, poi plastificato in giallo, di nome Sile, da qua l’idea di ricordare uno scafo propedeutico sul quale tutti almeno una volta ci siamo saliti.”Il secondo ad essere battezzato sabato pomeriggio è stato un doppio canoè, al quale è stato dato il nome Risano. “Negli anni ’70,” continua Pregara, “la nostra società possedeva 4 doppi canoè, due gioielli del cantiere Salani di Limite sull’Arno, rigorosamente in legno, Timavo e Tagliamento, acquistati tra il ’73 ed il ’76, alienati negli ultimi 15 anni, ed anzi, uno dei due è in mostra al Museo del Mare, l’Isonzo ed il Risano, queste ultime due vecchiotte e con le scalmiere in ottone, barche che per la loro vetustà non esistono più, ed in ricordo di quest’ultima, abbiamo voluto battezzare il nuovo doppio canoè Risano, una barca in vetroresina robusta ed adatta alle lunghe uscite dei nostri soci.”

E per ultimo, il doppio skiff al quale è stato dato il nome di Impavido. “Anche questo nome fa parte della nostra storia.” precisa il Presidente.“L’Adria possedeva un 2 con, una barca che il canottaggio italiano, ma tutto lo sport italico ha sempre riconosciuto grazie ai mitici Baran e Sambo timoniere Cipolla oro a Città del Messico, ed i fratelli Abbagnale timoniere Di Capua con 2 ori ed 1 argento olimpici e 7 ori, 2 argenti ed 1 bronzo mondiali. Quindi nel 1979 inaugurammo un 2 con Donoratico Spring rigorosamente in legno con il nome Nerina Tecilazich. Quando anni dopo, il Consiglio Direttivo decise di alienare il vecchio Impavido, Giorgio Giovannini (oggi valentissimo falegname che si è operato per il recupero del nostro parco barche;n.d.r.) e Giulio Scarpa, all’epoca giovani atleti, non volendo staccarsi dalla storica barca proposero al Direttivo di non buttarla se fossero riusciti a vincere la gara di Muggia, così fecero, vinsero e la barca fu salva. Oggi l’Impavido è un doppio ricco di altissima tecnologia, che servirà al nostro gruppo agonistico.”

Quello all’Adria è stato un pomeriggio di festa, salutato da tutto il canottaggio triestino, per un evento coinvolgente e per il sentimento di solidarietà tra tutte le realtà remiere che ricordando le loro radici, non smettono di proporre uno sport radicato nel tessuto sportivo della città. Concludeva Pregara:”Oggi variamo tre imbarcazioni, ma accanto a queste, facciamo entrare tra le nostre attrezzature anche il furgone per le trasferte ed il trasporto delle imbarcazioni e degli atleti, recentemente acquistato per il 90% dai soci con il contributo del Rotary Club Trieste che ringrazio ufficialmente.”