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Mauro Baccelli nei ricordi di Daniele Gilardoni

giovedì 30 Aprile 2009

Mauro Baccelli nei ricordi di Daniele Gilardoni

     
 

Mauro Baccelli nei ricordi di Daniele Gilardoni

FIRENZE – 30 aprile 2009 – Daniele Gilardoni, 33 anni, bellagino tesserato per la Canottieri Lario “G. Sinigaglia” di Como, è uno dei canottieri italiani più titolati. Il suo palmares conta ben nove titoli mondiali; due di questi, i primi due, vinti in barca con Mauro Baccelli.

Daniele, è già passato un anno dalla scomparsa di Mauro…

Sì, già un anno. Un anno è tanto tempo, ma è anche poco… Penso sempre a Mauro, ed è veramente brutto rendersi conto che non c’è più. Era uno dei miei migliori amici, ci sentivamo spesso anche dopo che aveva lasciato il canottaggio: lui si interessava della mia carriera agonistica, voleva vedermi andare ai Giochi Olimpici, mentre io gli chiedevo della sua attività nella medicina, e scherzavamo dicendo che lui avrebbe potuto fare un giorno il medico in Federazione… Che dire, Mauro per me era un fratello, abbiamo trascorso assieme in barca quattro anni splendidi, vincendo due ori e un argento ai Mondiali… E’ stata una grande perdita, e io ci tengo a ricordarlo sempre, anche quando faccio le gare, mettendo da qualche parte la scritta “Grande Mauro”, sui remi, sul body o sul cappellino. Non è pubblicità, ma solo amicizia e riconoscenza verso un ragazzo che al canottaggio ha dato tanto. Un esempio in tutto e per tutto, basti pensare a come è riuscito a coniugare sport e studio, vincendo due titoli mondiali e laureandosi con 110 e lode.

Domenica a Pisa ci saranno tanti amici a ricordare Mauro, d’infanzia, del mondo del canottaggio, della medicina… Mauro era amato da chiunque. Qual era secondo te il pregio, la caratteristica per cui Mauro si faceva volere così bene?

Senz’altro semplicità e tenacia: Mauro era uno che non mollava mai, e ti incoraggiava affinché tu non mollassi. Ricordo a tal proposito quando eravamo in camera insieme ai raduni o alle gare, lui studiava e spingeva anche me a farlo, mi aiutava. Mauro era un ragazzo carismatico dentro e fuori la barca. E poi si faceva amare per il suo sorriso, sempre stampato in faccia. L’unico momento in cui lo ricordo triste personalmente è ai Mondiali del 2000, quando giungemmo secondi sul 4X PL dietro al Giappone: sul podio piangemmo entrambi.

Con Mauro hai vinto due titoli iridati, nel 1999 a St. Catharines, in Canada, e nel 2001 in Svizzera, a Lucerna, uno dei templi del canottaggio. Cosa ricordi in particolare di queste due esperienze?

Del 1999 ricordo il gruppo fantastico, l’allegria generale, anche con Sancassani e Forlani c’era voglia di divertirsi, e ricordo che cercavamo sempre nella musica, in qualche canzone particolare, quel qualcosa in più che ci dava l’input a fare del nostro meglio durante gli allenamenti e poi in gara. Del 2001 invece ricordo la grande voglia di rivincita dopo aver perso l’anno prima a Zagabria, arrivando dietro al Giappone. Avevamo tanta voglia di fare, di rifarsi e di dimostrare che c’eravamo, che eravamo forti, e lo facemmo, perché i tempi di quell’anno dicevano che andavamo molto forte. In generale comunque di entrambe le esperienze ricordo il grande gruppo che si era creato, e nell’arte del far gruppo Mauro era un maestro. Grande Mauro, veramente.

Daniele, cosa porterai per sempre dentro di Mauro?

Il ricordo di un grande. Di un ragazzo che dava coraggio, di un esempio di vita e di sport. E’ difficile da spiegare… Ricorderò sempre il sorriso con cui affrontava i momenti duri, e ancora oggi quando sono in gara pensarlo mi aiuta, mi fa pensare in positivo, in barca con me c’è un uomo in più.

Niccolò Bagnoli – Ufficio Stampa FIC Toscana –