Clara Guerra

Clara Guerra

Ho iniziato a fare canottaggio perché mio padre da giovane remava. Un giorno mi ha portata alla Canottieri Bardolino perché voleva farmi provare. Avevo 9 anni e non ero mai stata su una barca da canottaggio. Mio padre mi mise su un doppio a capovoga, lui si mise dietro e mi disse: “bene ora rema”. Quella mia prima volta durò ben 12 km. Mia madre ha sempre detto che con un esordio del genere poteva finire in due modi: o avrei odiato il canottaggio per sempre o me ne sarei follemente innamorata, ed è andata a finire che sono ancora qui con i remi in mano.

Ai giovani vorrei dire che il canottaggio è uno sport fantastico: è difficile perché devi usare ogni singola fibra del tuo corpo per fare andare avanti la barca, ma questo ti aiuta a entrare in contatto con te stesso e a scoprirti. Inoltre sei in contatto con l’acqua, impari a conoscerla e alla fine diventi un tutt’uno con barca e acqua, e secondo me è una sensazione bellissima. Per non parlare delle amicizie che nascono non solo all’interno della stessa squadra, ma soprattutto con i componenti delle altre squadre d’Italia. Infine, ma non meno importante, essendo uno sport faticoso ti insegna che se vuoi raggiungere qualcosa non puoi solo aspettare che accada: devi lavorare, avere pazienza, disciplina e rispetto. E questi valori sono la chiave dello sport e della vita.

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